Ciro Re dei Re e il suo Cilindro

Già Marco Polo (1254-1324) il commerciante veneziano, partito dall’Italia per raggiungere la Cina, attraversando l’attuale Iran, ancora sotto il dominio dei Mongoli, e assai prima Erodoto (storico greco vissuto negli anni intorno al 990 a.C.) avevano applaudito al fascino delle civiltà sorte in tempi remoti dagli sterminati territori persiani.

Infatti, i resoconti degli antichi viaggiatori incuriositi dalle civiltà del Medio Oriente sono più di 700. Basta ricordare nei secoli XVI e XVII lo straordinario sviluppo delle scienze e delle arti e la prosperità economica dovuti all’attività dinamica dei Safavidi che in seguito si manifesterà attirando l’attenzione di commercianti, artisti, scienziati, diplomatici europei.

Ma la civiltà dell’antica Persia seppe esprimere, nel corso dei secoli, un enorme fascino anche sugli stessi conquistatori (Mongoli, Turchi, Arabi) che si avvicendavano alla guida del Paese.

Determinante per il futuro della Persia, terra riservata ai Re di Re, la presenza di Ciro II (590 a.C.- 529 a.C.) un nome destinato a passare alla Storia come fondatore dell’impero che rappresentò una delle più straordinarie costruzioni politiche dell’antichità. Il nome di quest’uomo ormai noto come Ciro il Grande è rimasto scolpito per sempre nei secoli.

Vittima in gioventù di sfortunate esperienze, compresa quella dovuta al nonno Astiage, diventato decisamente nemico nei suoi riguardi, perchè temeva che il nipote potesse strappargli il trono. Incoronato re, Ciro rinforzò il prestigio unito al potere della sua famiglia rispetto alle tante tribù persiane, soprattutto su quella dei Medi di Astiage che da tempo non potevano più contare su un forte esercito.

E fu proprio con la vittoria sui Medi che Ciro potè ottenere il titolo di Re dei Re e avanzare rivendicazioni territoriali, di cui aveva estremamente bisogno, su tutto il Medio Oriente; si guadagnò anche l’occasione di ottenere vasti territori come la Mesopotamia, la Siria, la Cappadocia, oltre alla conquista di tutte le roccaforti della Lidia, le città greche sull’ Egeo con la possibilità di scendere finalmente sino al mare.

Al trionfo di Ciro corrisponderà invece il declino di Babilonia ormai irrimediabilmente in mano ai Persiani. Infatti , vie terrestri, commercio della seta e delle spezie provenienti dalla Cina e dall’India, erano ormai appannaggio di Ciro. Carestie e inflazione avevano invece sviluppato tensioni interne nei Paesi contro di lui.

Il 15 ottobre 537 a.C. Ciro occupò Babilonia, senza combattere, dopo avere deviato il corso dell’Eufrate. Riuscì a guadagnarsi  anche la fiducia dei babilonesi dopo avere mantenuto al potere la vecchia classe dirigente promettendo di rispettare le credenze religiose di tutti. Dopo la conquista di Babilonia, Ciro sarà acclamato come Re dell’Universo, perchè ormai solo suoi sarebbero tutti i titoli reali della Mesopotamia e dell’Asia Minore.

Pur essendo uomo di eccezionale valore, Ciro però non riuscì a realizzare la trasformazione politica dello Stato persiano sul quale aveva riflettuto per tanti anni. E quando nel 529 a.C. morirà in una delle ultime battaglie, il progetto che aveva in mente fin dall’inizio non sarà ancora venuto alla luce. Nè ci verrà mai.

Cilindro di Ciro

Con Ciro, rimane, tuttavia, una straordinaria testimonianza : un cilindro d’argilla (noto come il Cilindro di Ciro).

Ritrovato dall’archeologo britannico, Hormuzd Rassam, nel mese di marzo del 1879, oggi il manufatto è conservato al British Museum di Londra e sarà proprio questo inaspettato cimelio, sul quale sono state scritte a caratteri cuneiformi la vita e le imprese di Ciro, a fare luce su tali straordinarie esperienze.

Il valore non basta.. e neanche le parole. E’ necessaria un’azione : abolire la schiavitù. I governatori hanno quindi l’obbligo di proibire la compra vendita di esseri umani per farne degli schiavi…tale tradizione deve essere estirpata da qualsiasi territorio..così vale per gli oppressori che penalizzano i diritti di chi non può difendersi.

 “…..Dichiaro che rispetterò la tradizione, i costumi e le religioni delle nazioni del mio impero, e che non permetterò a nessuno dei miei governatori di cedere alla tentazione di disprezzare o insultare gli abitanti delle mie nazioni”.

Pur così lontano dal nostro tempo (come regole e come stirpe) non è facile staccarsi da un personaggio come Ciro, considerarlo solo un’entità storica. I suoi sentimenti sono così attuali da sentirlo come uno di noi. Ricordiamoci che le sue parole (scritte o tramandate) risalgono a più di 500 anni prima della nascita di Cristo : sembra quasi un miracolo. Rileggendole (pensando a lui) sentiamo quanto sia moderno quest’uomo:

“Tutti sono liberi di praticare qualsiasi religione, vivere secondo i dettami di qualsiasi religione ed accedere a qualsiasi tipo di impiego, a condizione che non siano violati i diritti degli altri”.

Parole che ancora una volta riescono a stupirci e, nonostante i secoli, a farci sentire Ciro stranamente vicino. O meglio, ripetiamo : uno di noi.

Adriana Oggero giugno 2015

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